venerdì 21 settembre 2012

A cena a Les Creations de Narisawa

Les Creations de Narisawa

Questo post era già nelle "bozze" da parecchio tempo, ma non ero così sicura di saper raccontare per bene la nostra esperienza gastronomica nel ristorante dello chef giapponese Narisawa. E siccome è stata incredibile, un vero e proprio viaggio nel gusto e nell'arte dell'alta cucina, non volevo rovinare tutto con un racconto non all'altezza.
E sinceramente non volevo neanche che passasse come la cena nel ristorante super caro e blasonato di chi non vuol badare a spese...benché io per mangiare sia pronta a spendere molto di più che per un cappotto, un taglio di capelli (e infatti non li taglio da più di anno..) o uno smart-phone.
La verità è che la cena da Narisawa è il regalo che ci siamo fatti per il nostro matrimonio e devo dire che non ce ne siamo affatto pentiti.
Da poco ho rivisto le foto (di pessima qualità visto che la mia macchina fotografica ci ha abbandonati sul più bello) e mi è venuta una gran voglia di dedicare un post alla bella serata che abbiamo passato.

domenica 16 settembre 2012

Pasta fredda speck, pecorino, pere e pistacchi...dal menù per i Candelieri

Pasta pecorino speck pere e pistacchi


Questa ricetta risale a un numero di Sale e Pepe dell'agosto 2011, l'avrò vista decine di volte e per un anno l'ho ignorata. Fino a un mese fa, quando, in occasione di un pranzo organizzato per i Candelieri, ho deciso finalmente di provarla. E meno male, perché è buonissima.
Sassari è una città più indifferente e lamentosa che partecipativa, eppure c'è un giorno dell'anno in cui all'improvviso si riconosce ed esce dal suo torpore. È il 14 di agosto, data della discesa dei Candelieri e dello scioglimento del voto alla Madonna.
Festa antica, festa di popolo.
Migliaia di persone si riversano nelle strade del centro storico e non esistono transenne, tribune, posti a sedere, si sta tutti vicini in una folla che non conosce distinzioni sociali. 
Ed è questo il bello: i Candelieri sono la festa di tutti.
C'è chi si lamenta che la solennità della manifestazione abbia lasciato il posto alle urla sguaiate, ai giovani ubriachi e al mero divertimento, io credo che l'alcol ci sia sempre stato, prima chiuso nei circoli del centro storico, oggi più plateale per la strada.
Insomma ci sarà pure qualche eccesso e forse lo spirito originario sarà andato perso, ma le feste sono della gente e cambiano con la gente e a me tutta questa partecipazione, questo riconoscersi come cittadini di un unica città, questa voglia di festeggiare corale, beh a me piace.
Ed è anche per questo che il 14 agosto già da parecchi anni ci organizziamo per pranzare tra amici.
Quest'anno avevamo voglia di farlo a casa nostra e abbiamo preparato un pranzetto all'insegna dell'estate e del mangiare in piedi.
E questa pasta estiva, fatta con il formato per bambini della Barilla, ha riscosso un successo inaspettato.
Ma veniamo alla ricetta!

martedì 11 settembre 2012

Habemus gelato alla nocciola!


Sarebbe meglio dire "habemus gelato" perché da quando la gelatiera è entrata nella mia vita, sono stati più gli esperimenti mal riusciti, di quelli andati a buon fine.
Le tante ricette in rete non mi hanno certo aiutato: chi metteva troppo latte, chi troppo zucchero, chi uova in quantità.
Il problema non era  il sapore, quanto la consistenza, che tendeva ad essere sempre troppo liquida e poco cremosa. Pare che con la gomma di guar si risolva, ma siccome ancora non l'ho comprata, ho optato per aumentare la quantità di panna e ridurre quella del latte.
Insomma il fior di latte è venuto buonissimo e allora oggi mi sono lanciata nel mio gusto preferito: la nocciola.
E posso dire che finalmente sono riuscita nel mio intento!
Cremoso e gustoso.
Mi scuso per la foto imperdonabile, ma è fatta con l'ipad in tutta fretta. Rimedierò la prossima volta con una bella coppa!
Ecco quindi la ricetta.

GELATO ALLA NOCCIOLA

75 gr di nocciole (più sono di qualità , più il gelato verrà bene)
90 gr di zucchero semolato
200 ml di panna da montare
160 ml di latte intero fresco
1 uovo

PROCEDIMENTO
Tritate le nocciole (sgusciate e private della pelle) insieme con lo zucchero e procedete finché non viene fuori quasi una crema.
Mettetele quindi in un frullatore e fatele frullare prima con l'uovo, poi con la panna e il latte, finché non ottenete un composto omogeneo.
A questo punto versate tutto nella gelatiera e lasciatelo andare per 20 minuti circa.


martedì 4 settembre 2012

Ancora estate con l'insalata di farro, pomodorini, feta e rucola


L'aria autunnale di questi giorni sta mettendo a dura prova il mio tentativo di rimanere in modalità "estate".
Insomma è in atto un vero e proprio boicottaggio, ma io non cederò, rimarrò ancorata alla bella stagione, a costo di comprare un giornale di gossip e scoprire di che sesso è quella povera creatura messa al mondo da tale Raffaella e (pare) Balotelli, a costo di ammalarmi ma con i sandali ai piedi, a costo perfino di continuare a spalmare per ore l'inassorbibile crema anti-cellulite (ammesso che nel resto dell'estate io lo abbia fatto).
Insomma sono pronta a sottopormi a qualsiasi rituale estivo pur di non sentirmi già in autunno.
Ed eccomi quindi a sfoderare l'arma invincibile della cucina e, anche se oggi gradiremmo più una zuppa calda che un bel piatto di insalata, io persisto con le mie ricette all'insegna del caldo.
Il farro l'ho scoperto a Firenze, complici i tanti aperitivi al Sant'Ambrogio, bar situato proprio dietro casa, in una piazzetta magnifica, di quelle che sono rimaste autentiche, in cui ancora la gente va a comprare il giornale, a fare la spesa, a prendere un caffè. Di quelle che il turista medio fa fatica a raggiunge. Uno di quei posti in cui ho iniziato davvero a comprendere la bellezza di Firenze e il perché di questa città, nonostante tutto, ci si possa innamorare. Nonostante in molti si siano svenduti al turismo di massa, nonostante le pizze che sanno di plastica e la pasta riscaldata al microonde, nonostante alle volte la sua bellezza sembri quasi "finta" e ci si chieda dove sono finiti i veri fiorentini.
Ed io nonostante tutto ho finito per innamorarmene e ci sono posti, momenti e naturalmente persone a cui penso sempre con profonda nostalgia.
Non meno forte è la stretta al cuore che provo se ripenso alle innumerevoli mangiate fatte in terra toscana.
Insomma il farro non è altro che una delle tante scoperte gastronomiche, ma più di altre è diventato parte integrante della mia alimentazione quotidiana. 
Diciamo che mi capita di cucinarlo più spesso del paté di fegatini...
Ecco quindi la ricetta.

FARRO CON FETA, POMODORINI E RUCOLA
Ricetta per 4 persone

300 gr di farro (parboiled)
250/300 gr di pomodorini
1 confezione di feta (la classica mattonella che credo pesi 100/150gr)
Rucola (quando non ho rucola metto la menta, come nella foto!)
Olio extravergine di oliva
Aceto di mele
Sale e pepe

Come avrete notato, le info che vi ho dato fino ad ora sono un po' vaghe, ma la verità è che questa ricetta la faccio ad occhio, quando il farro mi sembra ben condito, mi fermo. Come bene sapete il peccato della lingua è il primo che si paga e a me è arrivato il conto per tutte le volte che mi sono lamentata dei "quanto basta" nelle ricette di famiglia.
Per cucinare il farro esistono due modi: lo mettete nell'acqua bollente salata, come se fosse pasta e lo scolate una volta cotto oppure lo mettete in una pentola con un filo d'olio e il sale, mettete l'acqua, il tanto di coprire il farro, e aspettate che se la assorba tutta.
Ultimamente io propendo per la seconda, perchè il farro risulta meno "papposo". Anche se uso il farro parboiled, ci mette sempre un po' di più di quello che c'è scritto sulla scatola, quindi assaggiatelo prima di toglierlo dal fuoco!
Mentre il farro cuoce, taglio i pomodorini, la feta e la rucola e li metto in un recipiente con olio, aceto, sale e pepe.
Quando il farro è pronto, prima di unirlo altri ingredienti, lo condisco con un filo d'olio (perché non si attacchi) e lo faccio raffreddare.
Poi metto tutto insieme e l'insalata di farro è pronta!