sabato 14 luglio 2012

La repubblica delle banane


Mi ero ripromessa di non farlo, mi ero detta che il mondo non ne aveva bisogno, che l'oblio alle volte è più forte di mille parole. Che quelle parole sono state già dette, tutte.
E invece, ci sono cascata. Il problema è che non riesco a trattenere il mio sdegno.
Ma proverò almeno ad essere distaccata, proverò a lasciare da parte tutto quello che, da Ruby alle barzellette, passando per la Minetti, i suoi fan considerano solo "contorno", "scelte personali", piccoli vizi di un grande uomo.
Posso dire che un presidente del consiglio di 78 anni non lo voglio, qualunque sia il colore politico.
Perché di tutti questi anziani che hanno distrutto 3 generazioni del nostro paese ne ho le tasche piene.
Posso dire che uno che ha già fatto il Presidente del Consiglio tutte queste volte, a prescindere dall'aver fatto bene o male, dovrebbe avere l'umiltà di mettersi da parte, perché è evidente che quello che poteva dare l'ha già dato (purtroppo, aggiungo).
Posso dire, infine, che se sei il Presidente del Consiglio e deve intervenire il Presidente della Repubblica (un altro vecchietto) per buttarti fuori perché la tua credibilità con il resto del mondo è ormai inesistente e stai trascinando il paese in un baratro senza ritorno, anche solo per pudore dovresti ritirarti a vita privata.
Detto tutto questo, lui, il suo maschilismo, il suo rincoglionimento da vecchio porco, la sua idea del mondo, i suoi traffici, le sue battute becere, la sua infinita vanità, la sua arroganza, il suo sorriso di plastica, ecco mi fanno schifo. E mi fanno schifo anche tutti coloro che lo circondano e che, pur di garantirsi una fetta di potere e le tasche piene, assecondano questo spettacolo ignobile. E naturalmente mi fa schifo questo paese in cui, nonostante tutto quello che è successo, è lecito temere che possa rivincere.
Lo so, se uno come lui è ancora un rischio plausibile, è tutta colpa della sinistra, del PD e di una classe politica ridicola. Lo so. Ne sono consapevole. Ma ne parleremo un'altra volta.
Quando infrangerò di nuovo la promessa di non parlar di politica.

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